Prepariamoci all’invecchiamento
“L’invecchiamento è un fenomeno complesso che non può essere affidato alla sola età cronologica, si devono chiamare in causa le altre “età”: l’età psicologica, l’età sociale, l’età biologica, ed essere intese come un insieme compatto” (Giumelli, 1996)
Lo studio della gerontologia
1945: nascita della società di gerontologia in America. Lo studio di questa fase di vita si è reso sempre più interessante tenuto conto del fatto che la vecchiaia e la longevità costituiscono una vera e propria rivoluzione silenziosa tipica della nostra epoca.
Gli anziani manifestano in modo sempre maggiore la voglia e la determinazione di restare attivi (LLL: Life Long Learning). Sono attive iniziative di apprendimento ed educazione permanente.
Come accennato sopra si parte dall’assunto teorico che ogni generazione arricchisce di conoscenze e abilità di cui bisogna approfittare per dare valore aggiunto alle persone stesse e anche alla società.
Ageism, le pregiudiziali e le conseguenze
Nella metà del 900 negli Stati Uniti emerse l’ageism, termine coniato da Butler.
Si tratta dell’atteggiamento pregiudiziale spesso rivolto agli degli anziani, a causa del quale gli stessi possono subire discriminazioni sociali.
A causa di queste considerazioni, spesso gli anziani vengono isolati e non riescono facilmente a trovare una collocazione, un ruolo sociale. Stereotipi e pregiudizi riguardano sostanzialmente tre aspetti:
- Il benessere: riguarda l’aspetto puramente economico. Si presenta una distinzione netta tra anziani di città e di campagna; quelli appartenenti al secondo contesto hanno una prospettiva di vita inferiore.
- Lo status: si riferisce alla collocazione degli anziani nella società e al loro modo di porsi. Tutto dipende dal senso di sè che ha il soggetto, determinante per l’affermazione della propria personalità a livello sociale.
- La partecipazione pubblica: È necessario che essi possano intrecciare nuove relazioni. Ciò avviene spesso presso i circoli, le associazioni sportive, le vecchie pro loco. centri per anziani, sovvenzionati dagli enti locali e per i quali i comuni destinano dei locali, nei quali svolgere le varie attività previste, sia di tipo ricreativo che culturale. I sindacati sono stati le prime sedi associative per soggetti della terza età.
Le trasformazioni dell’età evolutA: non solo deterioramento
La ricerca gerontologica individua, nella vecchiaia, tre ambiti di trasformazione:
- deterioramento fisico e cognitivo (che tuttavia può essere contrastato e arginato con opportune esperienze di stimolazione culturale);
- crescente rigidità ed inflessibilità comportamentale che rende l’adattamento ai cambiamenti sempre più precario e difficile;
- il disimpegno, ossia il distacco progressivo rispetto alla realtà esterna e alle relazioni sociali.
L’invecchiamento generalmente coincide con la scomparsa delle capacità riproduttive, del rallentarsi delle funzioni psico-fisiche.
Decenni di ricerca, tuttavia, hanno dimostrato come nell’uomo la senescenza non implichi soltanto impoverimento di certe strutture, ma anche conservazione di altre, cioè del perfezionamento di altre funzioni. Si può riconoscere come l’invecchiamento umano si svolge con modalità, ritmi, conseguenze estremamente variabili da individuo a individuo, in relazione a tendenze genetiche, a fatti preesistenti e a condizioni contingenti, nonché alle linee che avranno caratterizzato l’esistenza di ciascuno: fattori e linee sui quali si plasma il processo di senescenza di ogni persona.
La Teoria del declino intellettuale globale
Tra le antiche teorie che riconoscevano alla terza età esclusivamente caratteristiche di declino annoveriamo la Teoria del declino intellettuale globale (TDIG di Yerkes), che subito ad essere confutata dalle ricerche di Cattell (1966) e dalla sua teoria dell’intelligenza fluida e cristallizzata;
- l’intelligenza fluida riguarda i processi base del trattamento dell’informazione e delle soluzione di problemi e si esprime in prove che richiedono velocità di organizzazione, agilità mentale etc…
- l’intelligenza cristallizzata è invece collegata alla dimensione socioambientale e culturale ed è influenzata da fattori educativi durante l’intero corso dell’esistenza.
Il modello del declino intellettuale globale è stato messo in dubbio ulteriormente da una ricerca longitudinale di Arenberg (1974), nella quale, utilizzando compiti tradizionali di problem solving, vennero esaminati soggetti compresi tra 24 e 87 anni a intervalli di 6 anni. Quando i risultati erano confrontati trasversalmente, emerse un aumento degli errori con l’avanzare dell’età soprattutto quando i confronti venivano operati tra persone sotto o sopra i 60 anni. Quando invece i risultati erano confrontati longitudinalmente, si osservò un declino solo a partire dai 70 anni.
Life Span Psychology
Il Seattle Longitudinal Study di Schaie e coll., diede via a un profondo rinnovamento nella ricerca sull’invecchiamento. Nasce con questi studiosi la Life Span Psychology che ha sviluppato modelli di studio dell’invecchiamento inteso come processo di cambiamento, nei quali la senescenza è affrontata nella sua complessità.
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