IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA

Meccanismi di difesa o funzionali?

” Mi accusa delle stesse cose che fa lei/lui”

” Lui/lei si comporta cosi perché è cosi sensibile e sente il bisogno di difendersi”

“Lei/lui è talmente straordinario che gli perdono di tutto”

Idealizzazione o conflitto nella relazione

Frasi del genere si ascoltano continuamente e sono la risultante di un meccanismo della mente che eminenti studiosi (M.Klein, Bion, Grinberg, Ogden…) hanno chiamato IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA.

Ci sono parti di noi che esaltiamo ed abbiamo bisogno di rivedere negli altri

Es .”vorrei (mi aspetto) che mi dia le iperattenzioni che io do a lei/lui”.

Oppure vedere nell’altro, idealizzato, aspetti buoni che invece sono i nostri e che vorremmo “ricevere” da quella persona.

“Mi ha guardato con occhi che mi hanno fatto sentire speciale” (ed invece erano i tuoi a guardarla cosi e avresti tanto voluto fossero i suoi)

Oppure, possono esistere parti di noi che ci risultano intollerabili e che “stimoliamo” in altri in modo che siano loro ad agirle con noi.

Un esempio che Bion fornisce spesso:

una persona racconta senza emotività ciò che subisce, ma non osa esprimere nessun sentimento di rabbia e risentimento, può suscitare rabbia e frustrazione in chi lo ascolta (ad esempio il terapeuta) facendolo sentire frustrato e arrabbiato (al posto suo).

Cose di questo genere accadono continuamente.

Oppure: “sono geloso ma non voglio ammetterlo nemmeno a me stessa e faccio la civettuola in giro “ingelosendo”, cosi, il mio compagno e poi lo accuso di essere troppo geloso ”

Questi sono solo esempi molto semplificati di cosa accade in questo particolare meccanismo che ci portiamo dietro sin dalla nascita quando preiettiamo (immettiamo) nel genitore cose di noi che non riusciamo a gestire. Bion attribuiva poi alla madre il compito di dover restituire al bimbo il “messaggio emotivo” elaborato e reso accettabile e comprensibile.

Insomma se volete saperne di più chiedete pure.

Altrimenti la cosa piu importante è osservare voi stessi ogni volta che “immettete in altri ciò che appartiene a voi”.