Psyphotographie: la fotografia come strumento terapeutico.
La fotografia possiede la grande capacità di comunicarci un messaggio: può farlo con un sussurro appena appena percettibile, potrebbe invece addirittura strillarcelo, se non dircelo tra i singhiozzi. In ogni caso però, è bene ascoltarlo.
Nei prossimi mesi collaborerò con un’eccellente professionista come Sara Stefanini per riflettere assieme sui temi che scaturiscono dall’incontro di Fotografia e Psicologia.
A rendere ricco questo argomento è, tanto per cominciare, forse proprio la grande capacità di congelare un momento del presente e della realtà, per offrirci una finestra sul passato e su di noi che possiamo analizzare per trarre qualcosa di molto importante.
Cerchiamo ad esempio una vecchia foto del nostro matrimonio o di un nostro vecchio compleanno: i volti e le espressioni, i corpi e le posizioni, le mani e le gestualità sono molto eloquenti e ci parlano molto da vicino di affetti, rancori, turbamenti, moti d’orgoglio e tanto altro. In altre parole la foto ci parla di noi, di chi siamo stati e di chi siamo proprio adesso. Utile, no?
La fotografia è terapeutica?
Un argomento molto importante verrà trattato in riferimento a come e perchè la fotografia, il selfie o l’autoscatto o le vecchie foto possono aiutarci a prenderci cura di noi stessi.
C’è un momento infatti in cui la fotografia si trova in uno stato embrionale: quando ancora il dito si trova su quel bottone in grado di congelare il tempo, nelle menti di chi è coinvolto nel piccolo grande evento dello scatto, avviene qualcosa.
Come mi sento di fronte alla macchina fotografica? E perché?
Sono ansioso, oppure molto a disagio?
Mi ripeto assiduamente che non sono fotogenico, ma che significa essere fotogenici? E’ davvero un elemento che ha qualche fondamento? E se sì, quale?
Proviamo inoltre a volgere un ultimo sguardo alla Fotografia: proviamo a riflettere su cosa succede quando guardiamo il mondo da un piccolo foro come quello del nostro obiettivo. D’un tratto abbiamo la possibilità di distaccarci dal momento presente, e allo stesso tempo esservi immersi più che mai. Ci rendiamo conto che focalizzarci su una piuma rimasta a mezz’aria, una bimba che compie un salto, oppure l’ultima foglia d’autunno appesa al suo ramo, ci dà la possibilità di sospendere il giudizio e vivere in maniera totalizzante il presente.
Spero a questo punto di aver dato almeno una vaga idea del potenziale che la Fotografia è in grado di mettere a disposizione alla psicologia, tanto che un articolo solo non basterebbe a trattare ognuno dei temi affrontati.
Abbiamo accennato, senza chiamarli per nome, al genogramma fotografico, alla tecnica della mindfullness ed alle problematiche legate all’autostima che si palesano di fronte all’obiettivo: per saperne di più, non vi basta che seguirmi nei prossimi mesi sul blog di Sara: insieme indagheremo i benefici della Fotografia nell’analisi dei propri vissuti e quelli della propria famiglia di origine, nel percorso di accettazione del sé e della propria immagine, ma anche nella meditazione e nell’autorealizzazione personale.
Questo è il blog di Sara:
https://immagiefotografia.it/blog/
Ci vediamo presto.
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