Parental Burnout
“Non sopporto mio figlio e mi sento in colpa”
“Ma che vi lamentate Voi (genitori)? Li avete voluti i figli? Ed ora che potete goderveli a casa, non li volete?”
Molti genitori si sentono giudicati dall’esterno per qualcosa che fa parte di uno stereotipo molto
comune, non solo tra chi i figli non li ha, ma anche da parenti e amici che sono, o sono stati, genitori.
E così, oggi sfatiamo un mito, uno stereotipo, una falsa credenza comune tra chi i figli crede di doverli amare per forza ed in ogni istante!
Decidi più o meno consapevolmente, a volte dopo una ricerca estenuante, di mettere al mondo un bambino e tutti, te compreso, sono convinti che vivere costantemente, dalla culla alla tomba, h24 con tuo figlio debba essere per forza un piacere, costantemente: NO!
I figli sono tutta la nostra vita e li amiamo e ci prendiamo cura di loro, la natura spesso ci crea accudenti e generativi.
Ed è sempre la natura, la biologia, la fisiologia, la psicologia che ci dicono che giocare con la plastilina, guardare la Melevisione e la lotta coi cuscini, e fare il giochino costruttivo per piccoli geni in erba non può essere sempre piacevole per un adulto. Spesso non deve.
Vivere h24 coi figli in casa per i neo genitori, ed ora, nel periodo di pandemia ha fatto coniare una, relativamente nuova, forma di burnout: il parental burnout, cioè il burnout dei genitori.
Cos’è il burnout?
“Letteralmente potremmo tradurlo con l’espressione “essere bruciati” o, meglio, “esauriti” dal proprio lavoro. È una condizione di stress cronico derivante dal lavorativo, che porta la persona che ne soffre a sperimentare logoramento psicofisico ed emotivo, affaticamento, delusione, demotivazione e, quindi, improduttività”(C. Dagliana).
Chi soffre di parental burnout generalmente sperimenta sentimenti di distacco emotivo dai propri figli, estrema stanchezza e svogliatezza nelle normali pratiche di accudimento, grande senso di colpa.
Nel momento in cui ci si riconosce in questi sintomi e questi perdurano nonostante tutti gli sforzi per superare la difficolta chiedete aiuto ad un professionista psicologo.
Nel caso dei genitori lo stato di esaurimento deriva dal contesto familiare, ed il lavoro spesso funge da ancora di salvezza.
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